Guardaroba

Armadi dell’Ottocento laccati successivamente a motivi araldici e stemma della famiglia senza corona, perché i Viti rifiutarono qualsiasi titolo nobiliare per le loro idee repubblicane. Nel centro bel tavolo in alabastro indurito.

Camera Gialla

Sopra i due cassettoni lombardi del XVIII sec., appartenenti alla bottega del Maggiolini, bellissimo ritratto di Carolina Lossetti-Mandelli fatto dal nipote A. Baronio nel 1890.

Sopra la toilette, le cui porcellane sono vecchio Ginori, ritratto di Cosimo III Granduca di Toscana da bambino e della sua governante: è uno dei capolavori di Giusto Sustermans (Anversa 1597–Firenze 1681) pittore fiammingo operante a Firenze alla metà del Seicento.

Accanto al letto importante reliquiario di vari santi, tra cui S. Carlo Borromeo arcivescovo di Milano, crocifisso in avorio e Madonna detta della Penera, tempera su tavola di un pittore pisano del primi del Quattrocento e due comodini toscani del XVIII sec. trasformabili in seggette. Accanto alla finestra sopra l’inginocchiatoio, grande e bel quadro raffigurante la morte di S. Francesco di un pittore toscano del Seicento Giovanni Martinelli (Montevarchi 1600- Firenze 1659) e uniforme di cameriere segreto di cappa e spada del Papa appartenuta al marchese Matteucci Ramirez di Montalvo.

Camera del Re

Le cortine del letto a baldacchino, le tende e la tappezzeria sono quelle che accolsero Vittorio Emanuele II nel 1861.

Al centro uno dei più bei tavoli d’alabastro e alle pareti Madonna con Bambino di Lucia Anguissola (1542? -1565) ritratto di monsignore di A. Barchi (1869-1897) e Dama in nero di Vittorio Corcos (1859-1933).

Accanto alla finestra ritratto del Re Vittorio Emanuele II ricamato a piccolo punto e scena biblica sempre a ricamo. Sotto di loro coppia di cassettoni lombardi del Settecento. Gli altri quadri raffigurano dame di varie famiglie imparentate con la famiglia Viti.

Salotto del Terrazzo

La vetrina contiene i vestiti indiani da cerimonia di Giuseppe Viti come visir ed emiro, intessuti in oro; le pietre dei copricapi sono oggi delle imitazioni.

Di fronte grande cornice a muro con bellissimi ricami di missioni francesi in India. Il mobile secrétaire ha i pannelli in scaglie di alabastro, legno e resina.

Ricca collezione di ventagli. I tre tavolini sono in mosaico di alabastro, su quello centrale, importante elefante porta profumi in giada, la scimitarra ed il pugnale dal manico di giada, sono appartenuti all’Emiro del Nepal. Il quadro con i fiori è di M. Rapous pittore piemontese del Settecento.

Salotto Rosso

Questa sala, con la più ricca e complessa decorazione murale, ha il mobilio ricoperto da una sottilissima foglia d’oro, escluso naturalmente il mobiletto orientale in paglia di riso intarsiato.

Alle pareti Venere dormiente di Antonio Puccinelli (1822-1897) e quattro ritratti: a destra Andrea di S. Cruz presidente della Bolivia e Giuseppe Viti, commerciante d’alabastro che fu creato Emiro del Nepal e visir da un Rajah indiano, entro cornice con intarsi di alabastro; a sinistra Amerigo Viti e Niccolò Viti, rispettivamente fratello e padre dell’Emiro.

Ai lati della finestra due antichi pannelli in tessuto del Giappone illustranti la lavorazione del tè e della seta.

Salotto del Brachettone

Due stupendi cassettoni lombardi stile Luigi XVI, fabbricati da Giuseppe Maggiolini (il più famoso mobiliere del Settecento) con sopra due stipi d’ebano intarsiati in avorio del Seicento.

Raro e pregevole trumeau in radica di noce con filettature in pero ebanizzato e rarissima angoliera, sicuramente della bottega del Maggiolini, entrambi mobili lombardi del Settecento.

Tre splendidi tavolini a mosaico d’alabastro indurito, colorati a bagno, opere uniche ed irripetibili della fabbrica Viti. Alle pareti ritratto dell’imperatore romano Galba della bottega del Tiziano e grande ritratto della contessa Leopoldina Lossetti Mandelli nata Alemagna, di un pittore milanese del XIX secolo, con ai lati due disegni: uno del Cavenaghi entro cornice del Cinquecento, l’altro è una sanguigna del pittore volterrano Daniele Ricciarelli (Volterra 1509-Roma 1566) detto il “Brachettone” perché coprì i nudi di Michelangelo nella Cappella Sistina a Roma.

Alla sinistra del trumeau 4 piccoli dipinti su tavola di scuola fiamminga illustranti la moda europea e le acconciature femminili all’inizio del XVII sec. Il quadro accanto alla finestra rappresenta San Paolo eremita di Salvator Rosa (1615-1673), ed è il bozzetto di una pala d’altare ora al museo di Brera a Milano.

Biblioteca

Ai lati due grandi librerie Carlo X con molti libri rari e importanti. Alle pareti due grandi ritratti di antenate tra cui quello della contessa Alessandra Mandelli, dipinto del 1676. Sopra le due porte ritratto di bambino di Lucia Bassani (1896-1977) e Vecchia signora di Ettore de Maria (1851-1938).
Il soffitto, che è il più importante del palazzo, presenta nei quattro medaglioni i ritratti dei maggiori poeti italiani, Dante, Petrarca, Ariosto e Tasso. Sul tavolo centrale eccezionale scrittoio da viaggio giapponese in lacca e madreperla. Sulla scrivania lampada con paralume in porcellana incisa (litofania) splendida e rarissima opera delle manifatture reali di Berlino.

Saletta delle Porcellane

Alle pareti porcellane francesi e inglesi scelte dai servizi in uso nel palazzo; nella vetrina raccolta di bicchieri e caraffe antichi in vetro e cristallo.
nel corridoio vetrina a muro con pregevole collezione di tazze da brodo per puerpera.

Sala Mostre

La Sala Mostre di Palazzo Viti ospita, a richiesta, qualsiasi tipo di progetto espositivo offrendo la possibilità di esposizioni artistiche, concerti o conferenze all’interno di una delle più belle residenze d’arte private d’Italia.

Salotto delle Battaglie

Così denominato per i 13 quadri di battaglie di vari autori (Rugendas, Bergognone, Graziani ecc.) del Sei e Settecento.

Ai lati del camino due mobiletti portalegna toscani dell’Ottocento. Le grandi nature morte sono di un maestro piemontese del Settecento. Sopra il tavolo settecentesco nell’angolo, rarissimo monaco buddista in ambra rossa, resina fossile del ciliegio.

Accanto alla finestra importante ribalta settecentesca lombarda, sopra ritratto di notabile del Seicento. Le medaglie sono le onorificenze concesse da tutte le nazioni, al conte Giovanni Barbavara di Gravellona, primo direttore generale delle poste del Regno d’Italia e promotore dell’Unione Postale Universale.

Il tavolino-vetrina contiene una collezione di avori, medaglioni di alabastro e pietre dure orientali.

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      BIGLIETTO INTERO: € 7.00

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      (per gruppi di minimo 10 persone, studenti universitari, ragazzi da 10 a 18 anni, over 65 anni, possessori di "Volterra Card").

      Apertura stagionale 2024 dal 23 Marzo al 3novembre.

      Le aperture invernali straordinarie saranno dal 6 DICEMBRE ALL' 10 DICEMBRE (COMPRESO) E DAL 27 DICEMBRE AL 6 GENNAIO 2025, CON ORARIO 10,30-17,00.

      Dal 3 novembre il Palazzo rimarrà chiuso.